Mercoledì 20 Aprile 2011 12:48

Dermocosmesi

Per potenziare l'efficacia di molti prodotti cosmetici, utilizzati nella lotta all'antiaging, si può ricorrere ad un sistema che combina in se più tecniche sperimentate in estetica da anni: la dermocosmesi. Certo sarebbe assurdo dire che la dermocosmesi ha già fatto passi da gigante, se si pensa a quelli che potrà ancora fare, specie se si diffonderà tra gli specialisti un approccio più completo e corretto che consideri i tessuti della pelle nella loro totalità, quindi a livello cromatico, sostanziale e strutturale.

La dermocosmesi ha come obbiettivi finali il rallentamento dei processi fisiopatologici di agiing cutaneo e un miglior recupero tissutale. Finalità cui oggi si può puntare attraverso elementi di fortissima innovazione tecnologica e le più recenti scoperte scientifiche nel campo dei peptidi. Basta pensare, ad esempio, a cosmetici a base di argillene o synake (piccole frazioni proteiche a basso peso molecolare) che svolgono un'attività di tipo neuro-sinaptico simile.

C'è in essi un significato biochimico preciso:
combinandosi a livello del recettore della sinapsi muscolare ultima provocano una sospensione della contrazione muscolare.
Altri esempi sono il biopeptide cl GHK tripeptide messaggero (frammento della catena del collagene) particolarmente indicato nei processi di riparazione cutanea, o molecole come i Ceramidi o il D.M. A.E. (dimethylaminoethanol) che negli Stati Uniti e in Brasile stanno spopolando. È noto però il limite: i principi attivi dei prodotti di dermocosmesii non arrivano in profondità dove servono nutrimenti e risorse alla pelle stessa.
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